SALMORIGLIO... il blog di condimento!

giovedì, dicembre 28, 2006

No alcol

E' tempo di brindisi! Ma attenzione! Uno dei più importanti effetti dell’esposizione ad alcol etilico durante la gravidanza è la Sindrome Alcolica Fetale (FAS = Fetal Alcohol Syndrome), caratterizzata da ritardo mentale e malformazioni permanenti alla nascita (alterazioni al volto, ritardo di crescita, deficit di apprendimento,ecc.)
In USA, i Centers for Disease Control and Prevention stimano la prevalenza di FAS da 0.2 a 1.5 per 1,000 nati vivi in diverse aree degli States. Uno studio statistico condotto in Canada nel 2001 ha evidenziato che:
-19.8 % delle donne di età compresa tra 12-19 anni
- 26.0 % di età compresa tra 20-24 anni
-17.9 % di età compresa tra 20-34
consuma 5 o più drink in ogni occasione 12 o più volte l’anno.
- 32.2 % di età compresa tra 15-34 anni
consuma 5 o più drink in ogni occasione da 1 a 11 volte l’anno.
Una donna di 45 Kg che consuma 5 drink (1 drink corrispondente a circa 330 ml di birra, 45 ml di liquore a 80% o 120 ml di vino da tavola)raggiunge un tasso alcolemico di 0.25% (5 volte il limite di 0.05% consentito dalla legge per la guida degli autoveicoli). Solitamente circa il 50% delle gravidanze non è programmato, molte donne scoprono di essere incinte al secondo o terzo mese di gravidanza. Circa il 20% dei bambini viene esposto più volte ad alti livelli di etanolo nel primo trimestre, prima che la madre venga a conoscenza dello stato di gravidanza. La maggior parte di queste donne non è alcolizzata.
Anche basse dosi di alcol, come 1 drink a settimana, possono essere correlate a deficit del comportamento del bambino. Non è nota una dose “sicura” durante la gravidanza.
Il consumo di bevande alcoliche, soprattutto nel secondo e terzo trimestre, aumenta l’incidenza di parti pre-termine. Concludendo: il danno fetale è irreversibile e non dose-correlato e può insorgere anche a basse dosi di alcol.

[Fonte tratta da faslink.org]

lunedì, dicembre 25, 2006

Preghierina

Tu
che
ne dici
SIGNORE se
in questo Natale
faccio un bell’albero
dentro il mio cuore, e ci
attacco, invece dei regali,
i nomi di tutti i miei amici: gli
amici lontani e gli amici vicini, quelli
vecchi e i nuovi, quelli che vedo ogni gior-
no e quelli che vedo di rado, quelli che ricordo
sempre e quelli a volte dimenticati, quelli costanti
e quelli alterni, quelli che, senza volerlo, ho fatto soffrire
e quelli che, senza volerlo, mi hanno fatto soffrire, quelli che
conosco profondamente e quelli che conosco appena, quelli che mi
devono poco e quelli ai quali devo molto, i miei amici semplici ed i miei
amici importanti, i nomi di tutti quanti sono passati nella mia vita.

Un albero con radici
molto profonde, perché
i loro nomi non escano
mai dal mio cuore; un
albero dai rami molto
grandi, perché i nuovi
nomi venuti da tutto il
mondo si uniscano ai già
esistenti, un albero con
un’ombra molto gradevole
affinché la nostra amicizia,
sia un momento di riposo
durante le lotte della vita.


sabato, dicembre 16, 2006

Brave, bravissime!

martedì, dicembre 12, 2006

Figlia d'arte

Lauren Harris, 21 anni, cantante. Altro non è che la figlia di Steve Harris, fondatore e bassista degli Iron Maiden, band "attiva", leggenda dell'Heavy Metal. Le troppe ninna-nanna a suon di chitarra (e basso) le avranno fatto nascere il sogno di diventare un giorno una rockstar. Cresciuta a diretto contatto degli ambienti musicali del padre, si cimenta "dilettantisticamente" nel ruolo di cantante in un genere rock commerciale (come afferma il padre in un'intervista), quando nel 2005 firma per la Monstro e si trasferisce a Miami, dove lavora per la realizzazione del suo primo cd (in attesa di uscita). Arrivano anche i concerti dal vivo accanto a band importanti. Il suo sito web si stima abbia ricevuto più di 4 milioni di contatti. Attualmente è opening act di tutti gli show europei degli Iron Maiden. Se non è vero che esistono le raccomandazioni...

[Fonte tratta da Monstro Entertainment]

venerdì, dicembre 08, 2006

Multiplayer now!

Addio vecchi solitari, passatempo dell'impiegato comune negli uffici di mezza Italia, e benvenuti multiplayer. Da qualche anno è la nuova moda del videogioco, amplificata con l'avvento di connessioni internet sempre più veloci, che sposta l'utente alla ricerca di nuove sfide, uomo contro uomo e non più tra uomo e computer, sfide ormai scontate ed esaurite, col rischio di insorgenza di loop mentali fino al disturbo ossessivo-compulsivo (quante volte avrò giocato i primi livelli dei vecchi platform e distrutto decine di joystick... e adesso li hanno inseriti nei cellulari!). Però anche adesso il rischio di dipendenza è alto! Ora si creano team, giochi di squadra, si fondano clan , si organizzano praccy, tornei e campionati a livello mondiale. Una grande community adesso ruota attorno al videogame. E' il caso di giochi nuovi, di imminente uscita, come Quake Wars, o di giochi più vecchi, come il classico Unreal Tournament, che a distanza di circa 7 anni mantiene ancora vive le fedi di numerosi fan... tra cui io! Uno dei clan di UT italiani più anziani è il clan BIG, solo per sniper, cui appartengo da 4 anni, che ormai accantona volentieri le partite (e le mogli) per organizzare meeting a base di pizza e birra, porchetta e salamelle. Un'esperienza diventata un'amicizia, che continua anche sul forum, finchè un server sia sempre costantemente in funzione per mantenere in vita la nostra fantasia...

mercoledì, dicembre 06, 2006

TV dipendenza

In TV è sempre e solo finzione? C'è da chiederselo anche guardando questo video troppo esilarante! Della televisione si parla bene o si parla male. Be', dipende dall'uso che se ne fa. E' una regola che vale per tutte le cose. Quando ero piccolo io ne guardavo poca. Non ce n'era bisogno, ero troppo preso dagli impegni coi compagni di gioco, nascondino, guardie e ladri, e la bicicletta aveva sempre bisogno di una messa a punto quotidiana. Oggi un bambino su tre ha un televisore in camera, e manca lo spazio per giocare fuori. Di conseguenza i bambini crescono sin da piccoli davanti alla TV, che intanto si è (de)evoluta. Hanno tolto i cartoni violenti, quelli con i quali sono cresciuto come ad esempio i robottoni Goldrake e Mazinga, adesso ci sono i cartoni che dicono parolacce e altri che scorreggiano. Hanno messo i bollini rossi sui film vietati, però ci sono gli spot delle chat-line la notte e le ballerine sono già mezze nude dalle 18 del pomeriggio su RAI e Mediaset. E poi i reality show. Tutto è programmato, tutto ha un suo palinsesto. Forse anche le notizie del telegiornale. Ma, come per il maiale, noi consumiamo tutto, non buttiamo via mai niente.

domenica, dicembre 03, 2006

Nell'epoca di Playstation e Xbox c'è ancora chi crede nei vecchi giochi da tavolo ...non parlo della dama o degli scacchi, nè della briscola, scopa o scala 40, ma degli storici Monòpoli e Risiko. La passione per i "board-game", le lunghe serate trascorse con gli amici dietro la sorte dei dadi, hanno addirittura stimolato la fantasia di "alcuni" che si sono dilettati nella creazione del loro gioco preferito, fatto su misura, proprio come un vestito o un bel paio di scarpe nuove. Così succedeva tanti anni fa, quando con un gruppo di amici, comprati due grandi fogli di cartoncino bianco, dei soldatini, colori e pennelli, avevamo creato un'espansione al classico Risiko, la cui prima partita durò più di 4 mesi! Gli anni passano, e il tempo libero da dedicare al gioco è sempre poco. Comunque c'è "chi" non si è arreso e continua a sfornare nuove idee, alcune più vicine ai classici giochi di strategia, altre quasi "fiction", ma senz'altro le più divertenti! Adesso sono a disposizione di tutti, gratuitamente on-line, sul sito La Pulce Virtuale del mio amico Luca che saluto tanto e a cui faccio le congratulazioni! Consigliato a tutti!

venerdì, dicembre 01, 2006

Una nuova moda giunge via internet in tutta Europa: l'AWOL, acronimo che sta per Alcohol Without Liquid. Già ampiamente diffusa in molti locali inglesi (tra i primi "Il Bordello" di Bristol, scusando il nome...) trattasi di una sorta di moderni narghilè, in cui l'alcol non viene ingerito, ma bensì inalato! L'apparecchio "vaporizza" il cocktail miscelandolo a ossigeno e attraverso un boccaglio lo si inala. Il consumo medio è un "puff"/l'ora (lo chiamano "shot"). L'alcol, una volta raggiunte le vie respiratorie, viene assorbito e minimamente metabolizzato, passando direttamente in circolo e procurando un'effetto di ebbrezza immediata. Proprio per questa sua cinetica, la nuova moda è già sotto inchiesta, e in Gran Bretagna scienziati all'Università stanno studiando la sua potenziale pericolosità. Intanto, per AWOL è raccomandata l'inalazione per bocca e non per via nasale. Cambia qualcosa? Forse la forma del boccaglio. E qualcuno tra i fumatori non astemi, frequentatori di locali pubblici, si sta ancora chiedendo come occupare narici e bocca rimaste sprovviste della tanto desiderata sigaretta? Ecco trovata la soluzione! E si può fare a meno di impegnare l'altra mano col bicchiere! AWOL!

 

[Fonte tratta da gizmag.com]