No Global
Siracusa. Pausa pranzo. E' il giorno del Giotto sull'ambiente. Quell'ambiente che qui a due passi l'uomo ha trasformato con il petrolchimico, e che ancora trasformerà vendendo la Val di Noto ai petrolieri e alle loro trivelle. Il summit è blindato nella splendida Ortigia, e il resto della città sembra deserto. Negozi chiusi. Per precauzione. Non posso prendere nemmeno il caffè al solito bar: chiuso per i No Global. Incontro due giovani, dicono che è la prima volta che visitano a Siracusa. Sono qui per il corteo. Chiedo se hanno visto Ortigia. Mi dicono di no. Se entrano in un negozio - di quei pochi rimasti aperti - la gente li guarda male perchè pensano che possano spaccare qualche vetrina. Si respira un'aria di terrore, nelle strade silenziose e abbandonate rimbomba solo il rumore dell'elicottero che sovrasta il cielo sopra di me. Poliziotti ad ogni angolo della città. Mi avvicino al corteo dei No Global. Chi temere? Vedo un corteo di giovani, accompagnato dalla Polizia e dalla TV. Saranno stati circa duemila, forse mi sbaglio. Sembra una giornata di sciopero nazionale, come quando a scuola si facevano i cortei, quando c'era ancora la voglia di credere in qualcosa di nuovo. Il mio amico Nuccio incontra suo figlio, lo saluta. Abbraccia e saluta tanti altri compagni. Come lui. Si commuove. "Ancora mi illudo (lo dice ironicamente) che possiamo cambiare qualcosa", commenta guardando quei ragazzi. Polizia, TV, tanta confusione, e tanti falsi pregiudizi. Fermo, in macchina, un vigile mi ammonisce:"L'auto qui non può stare! C'è il rischio che gliela incendiano, come è successo a Genova! Se poi succede qualcosa, noi l'abbiamo avvisata!"...