domenica, maggio 03, 2015
domenica, novembre 02, 2014
Brutti, sporchi e cattivi
domenica, agosto 24, 2014
La Morte è trendy
Quando un fatto di cronaca desta particolare attenzione? Non è che sia l'unico caso successo al mondo... Ci impressiona perchè è successo dietro casa nostra. Perchè non ci tocca quando muore un cinese in Cina? Così, uno a caso. E per i morti a Gaza? In Iraq? E i morti in mare? I morti per mafia? I morti in ospedale? E quelli per strada? Convintissimo che alla fine a nessuno frega una emerita... A tavola! La pasta nel piatto aspetta e nessuno salta oggi il pranzo. Purtroppo anche i fatti di Morte sono trendy.
sabato, agosto 16, 2014
R.I.P. Robin Williams
domenica, luglio 27, 2014
Radicali liberi e anti-ossidanti
Purtroppo la maggior parte degli studi è condotta su esperimenti in vitro, quindi i risultati non rispettano tutte le variabili presenti nel complesso meccanismo del vivente.
venerdì, marzo 07, 2014
Teoria della Sicilia
mercoledì, gennaio 01, 2014
Ezechiele, 25:17
martedì, ottobre 08, 2013
Operation Greenhouse
Dal 1945 al 2008 in tutto il mondo sono stati condotti oltre 2.000 test nucleari. E ci lamentiamo delle patatine fritte?
L’artista giapponese Isao Hashimoto ha riassunto in un videoclip oltre 50 anni di test nucleari eseguiti dalle superpotenze mondiali. Oltre alla morte per cancro indotta negli spettatori di molti test eseguiti tra gli anni '50 e '60, chissà per quante centinaia e migliaia di anni l'umanità pagherà le conseguenze di queste follie nucleari?
mercoledì, settembre 18, 2013
Perché amiamo le donne....
martedì, agosto 13, 2013
Questione di riflessi!
lunedì, luglio 15, 2013
Point Break
domenica, giugno 02, 2013
Barba e capelli
giovedì, maggio 23, 2013
23 Maggio 1992
venerdì, marzo 15, 2013
Perché è il voler giudicare che ci sconfigge
"Io ho visto degli orrori, orrori che ha visto anche lei. Ma non ha il diritto di chiamarmi assassino. Ha il diritto di uccidermi, ha il diritto di far questo... però non ha il diritto di giudicarmi. È impossibile trovare le parole... per descrivere... ciò che... è necessario a coloro che non sanno ciò che significa l'orrore. L'orrore ha un volto... e bisogna farsi amico l'orrore. Orrore. Terrore morale e orrore sono i tuoi amici ma, se non lo sono, essi sono nemici da temere, sono dei veri nemici. Ricordo quand'ero nelle forze speciali... sembra... migliaia di secoli fa. Andammo in un campo... per vaccinare... dei bambini. Lasciammo il campo dopo aver vaccinato i bambini contro la polio. Più tardi venne un vecchio correndo a richiamarci, piangeva, era cieco. Tornammo al campo. Erano venuti i vietcong e avevano tagliato... ogni braccio... vaccinato. Erano là in un mucchio. Un mucchio di piccole braccia... e mi ricordo... che ho pianto... pianto come... come... come... come... una madre. Volevo strapparmi i denti di bocca, non sapevo quel che volevo fare. E voglio ricordarlo, non voglio mai dimenticarlo. Non voglio mai dimenticarlo. Poi mi sono reso conto, come fossi stato colpito... colpito da un... diamante, una pallottola di diamante in piena fronte, e ho pensato: mio dio, che genio c'è in questo, che genio, che volontà per far questo. Perfetto, genuino, completo, cristallino, puro. E così mi resi conto che loro erano più forti di noi perché loro la sopportavano. Questi non erano mostri, erano uomini, quadri addestrati.
Uomini che combattevano col cuore, che hanno famiglia, che fanno figli, che sono pieni d'amore ma che... ma che avevano la forza, la... forza di far questo. Se io avessi dieci divisioni di questi uomini, i nostri problemi, qui, si risolverebbero molto rapidamente. Bisogna avere uomini... con un senso morale ma che allo stesso tempo siano capaci di... utilizzare i loro... primordiali istinti di uccidere senza emozioni, senza passione, senza... discernimento. Senza discernimento. Perché è il voler giudicare che ci sconfigge... Mi preoccupa che mio figlio possa non capire ciò che ho... cercato di essere e, se dovessi essere ucciso, Willard, vorrei che qualcuno andasse a casa mia e dicesse a mio figlio... tutto, tutto quello che ho fatto, tutto quello che lei ha visto, perché non c'è nulla che io detesti di più del fetore delle menzogne. E se lei mi capisce, Willard, lei farà questo per me." da Apocalypse Now
lunedì, dicembre 31, 2012
I silenzi che mettono a disagio
"I silenzi che mettono a disagio... Perchè sentiamo la necessità di chiaccherare di puttanate, per sentirci a nostro agio? È solo allora che sai di aver trovato qualcuno di davvero speciale, quando puoi chiudere quella cazzo di bocca per un momento e condividere il silenzio in santa pace." da Pulp Fiction
giovedì, novembre 15, 2012
Repressione è civiltà!
L'uso della libertà minaccia da tutte le parti i poteri tradizionali, le autorità costituite... L'uso della libertà, che tende a fare di qualsiasi cittadino un giudice, che ci impedisce di espletare liberamente le nostre sacrosante funzioni. Noi siamo a guardia della legge che vogliamo immutabile, scolpita nel tempo. Il popolo è minorenne, la città è malata, ad altri spetta il compito di curare e di educare, a noi il dovere di reprimere! La repressione è il nostro vaccino! Repressione è civiltà!
(fonte: Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto)
mercoledì, giugno 06, 2012
lunedì, maggio 14, 2012
Si può fare!!!
«L'importante è che abbiamo dimostrato che l'impossibile può diventare possibile. Dieci, quindici, venti anni addietro era impensabile che il manicomio potesse essere distrutto. D'altronde, potrà accadere che i manicomi torneranno ad essere chiusi e più chiusi ancora di prima, io non lo so! Ma, in tutti i modi, abbiamo dimostrato che si può assistere il folle in altra maniera, e questa testimonianza è fondamentale. Non credo che essere riusciti a condurre una azione come la nostra sia una vittoria definitiva. L'importante è un'altra cosa, è sapere ciò che si può fare. E' quello che ho già detto mille volte: noi, nella nostra debolezza, in questa minoranza che siamo, non possiamo vincere. E' il potere che vince sempre; noi possiamo al massimo convincere. Nel momento in cui convinciamo, noi vinciamo, cioè determiniamo una situazione di trasformazione difficile da recuperare.» (F. Basaglia)
mercoledì, aprile 25, 2012
La parità dei diritti
"Anch'io con queste gambe è da un'ora che faccio l'anticamera!"
La normativa europea definisce il principio di pari opportunità come l’assenza di ostacoli alla partecipazione economica, politica e sociale di un qualsiasi individuo per ragioni connesse al genere, religione e convinzioni personali, razza e origine etnica, disabilità, età, orientamento sessuale.
domenica, marzo 11, 2012
Era figlio dei tempi in cui il mondo viveva...
“Era figlio dei tempi in cui il mondo viveva sotto il dominio dell' oro nero, e i deserti brillavano per le fiamme delle gigantesche torri che estrevano il petrolio. Ora tutto é distrutto, scomparso. Come e perché non lo ricorda piu' nessuno; ma é certo che un immane conflitto anniento' due grandi potenze. Senza il petrolio l'uomo tornò alle sue origini primitive, e tutte le sue macchine favolose andarono in rovina. ” (cit. da "Interceptor")
venerdì, febbraio 17, 2012
Effetto "Butterfly"
L'espressione "Effetto farfalla" si ritiene in genere sia stata ispirata da uno dei più celebri racconti fantascientifici di Ray Bradbury: Rumore di tuono (A Sound of Thunder, in R is for Rocket)[1] del 1952, in cui si immagina che nel futuro, grazie ad una macchina del tempo, vengano organizzati dei safari temporali per turisti. In una remota epoca preistorica un escursionista del futuro calpesta una farfalla e questo fatto provoca una catena di allucinanti conseguenze per la storia umana.
Alan Turing in un saggio del 1950, Macchine calcolatrici ed intelligenza, anticipava questo concetto: "Lo spostamento di un singolo elettrone per un miliardesimo di centimetro, a un momento dato, potrebbe significare la differenza tra due avvenimenti molto diversi, come l'uccisione di un uomo un anno dopo, a causa di una valanga, o la sua salvezza".
A conti fatti perciò una singola azione può determinare imprevedibilmente il futuro: nella metafora della farfalla si immagina che un semplice movimento di molecole d'aria generato dal battito d'ali dell'insetto possa causare una catena di movimenti di altre molecole fino a scatenare un uragano.
Edward Lorenz fu il primo ad analizzare l'effetto farfalla in uno scritto del 1963 preparato per la New York Academy of Sciences. Secondo tale documento, "Un meteorologo fece notare che se le teorie erano corrette, un battito delle ali di un gabbiano sarebbe stato sufficiente ad alterare il corso del clima per sempre." In discorsi e scritti successivi, Lorenz usò la più poetica farfalla, forse ispirato dal diagramma generato dagli attrattori di Lorenz, che somigliano proprio a tale insetto, o forse influenzato dai precedenti letterari (anche se mancano prove a supporto)."Può il batter d'ali di una farfalla in Brasile provocare un tornado in Texas?" fu il titolo di una conferenza tenuta da Lorenz nel 1972.
E così, tra crisi e proteste, Atene in fiamme, l'Italia non si desta, o almeno viene destata dal tatuaggio a farfalla sull'inguine di Belen Rodriguez al Festival di San Remo. Che tale evento sia da noi molto enfatizzato, lo è per chi vive di sola TV, perchè chi lavora e vive la propria routine, se avesse il tempo di guardare la televisione, rimarrebbe "schifiato" dalle volgarità e dal basso livello culturale di un Festival musicale che una volta era degno di essere tale, e che l'Italia investe come forte evento socio-culturale-politico... questo è il grande effetto farfalla ci cui si parla i nquesti giorni! Credetemi, non resta che cambiere canale, e non pensare di aver dato soldi per il canone RAI.
giovedì, gennaio 12, 2012
sabato, dicembre 24, 2011
Dov'è il Bambinello?
domenica, aprile 03, 2011
B-Movies
Mi chiedo cosa sarebbe il mondo cinematografico senza l'avvento dei B-movies. Anzi, più storia del cinema è rappresentata dalla miriade di film di serie B. Sono quelli inguardabili, girati a basso costo, effetti speciali con la salsa di pomodoro e i petardi, i manichini usati come controfigure. Ma sicuramente caratterizzati da una grande fantasia, che limitatamente al budget fornito (nella maggior parte dei casi), hanno creato dei capolavori. Tanto è vero che un popolo di cultori del genere ancora si commuove dinanzi a certe opere cinematografiche! E grazie al web, oggi sono facilmente reperibili anche in DVD.
mercoledì, febbraio 09, 2011
Addio a Tura Satana
[...] Non è che Tura Luna Pascual Yamaguchi sia stata esattamente l’attrice più famosa della storia. Anzi. Ha esordito nel 1963 – faceva la prostituta parigina in Irma la dolce, quello lì di Billy Wilder con Jack Lemmon che è un po’ bello – e ha girato pochi film; in più, come dire?, parliamo di roba che in pochissimi hanno visto e apprezzato. Avete presente Ed Wood, quel film di Tim Burton che si distingue dagli altri film di Tim Burton perché non piace alle ragazze gotiche che piangono nel loro letto di velluto nero mentre accendono cerini al Maligno e ascoltano i My Chemical Romance lamentandosi di quanto faccia schifo la vita? Ecco, Tura Satana recitava in quel genere di film lì di cui si parla in Ed Wood. Quelli low budget, intrinsecamente stupidi, pieni di tette, mostri spaziali e pessimi effetti speciali. Era in The Astro-Zombies, per esempio; faceva Satana. Non era particolarmente talentuosa, ma rubava la scena a chiunque perché era una tettona di un metro e novanta di origini giapponesi. Come la volta che fu Varla per Russ Meyer. Il quale, faccio tre righe di parentesi, era un erotomane con la fissa per i seni giganti e le macchine veloci, ma era anche un uomo con una visione, stracolmo di talento – guardatevi Motorpsycho! e parliamone – e di intuizioni, che ha anticipato Punto Zero e Duel, oltre ad avere fornito a Tarantino materiale a sufficienza per altri dieci film, otto corti, due finti trailer, un libro di fotografie e un dagherrotipo. Ma comunque. Sono più di tre righe. Ma ne valeva la pena.
Il film più famoso di Russ Meyer, quello dove Tura Satana ha toccato il suo apice, si chiama Faster, Pussycat! Kill! Kill!, ed è un film al contempo femminista fino al midollo e lascivamente maschilista. Racconta la vicenda di tre ragazze con le tette grosse che vanno in giro in macchina a fare il culo a gente a caso. C’è un sacco di deserto. C’è un pazzo che azzecca inquadrature da Oscar e le alterna a riprese tipo pranzo di Natale in famiglia quando il papà ha appena comprato la telecamera e vuole assolutamente che il figlio faccia le boccacce così uh uh quando lo vedranno i miei colleghi creperanno di invidia (per la telecamera, non per il figlio). Soprattutto, ci sono figure femminili che, pur incarnando lo stereotipo della vixen che ti frusta a sangue in un bordello di Amsterdam, hanno anche una loro forza, una loro dignità, non si fanno reificare – se non dal regista stesso, ma allora anche Tarantino è un porco maschilista? – e non rinunciano comunque a essere donne, anche se effettivamente quanto ho scritto finora potrebbe venir fuori dalla penna di una giornalista cinquantenne di D, o meglio dalla tastiera, a meno che le giornaliste cinquantenni di D non usino ancora la penna, che comunque ne uccide più della spada, che sia di Damocle o meno.
Tutto questo per dire che Faster, Pussycat! Kill! Kill! è un capolavoro, bello da vedere non solo per le tette ma anche per fotografia e deserto a profusione, e Tura Satana sta a quel film come Ibra sta al Milan: come fai senza? E quindi sì, sono molto triste per la morte dell’attrice. Ma lo sono ancora di più per la morte della donna. La cui vita è (stata) meglio di un film, e merita di essere raccontata, anche solo per farvi venire la voglia di leggervi la biografia su Wiki, e magari, chissà, anche un paio di libri su di lei e su Russ Meyer. Proverò a farla breve, perché è inutile ricamare e poetare su quanto sto per scrivervi.
Tura Satana nasce Tura Luna Pascual Yamaguchi, in Giappone, nel lontano 1938 quando l’Italia di Pozzo vinceva i Mondiali grazie a Piola. Figlia di un mimo giapponese di origini filippine e di un’acrobata del circo di sangue indiano (quelli con le piume, non quelli del Gange) e antenati irlandesi, viene trasferita a forza, insieme alla famiglia, nel campo di concentramento di Manzanar, in California; alla fine della guerra, finisce a Chicago. Da lì, la sua vita comincia a diventare bizzarra.
Sapete, Tura era alta. E, ehm, prosperosa. Nel senso, molto alta e molto prosperosa. Tipo che già da piccina aveva più tette di Keira Knightley (SIMILITUDINI AZZECCATE! PARAGONI EFFICACI!), e tutti la prendevano in giro, a scuola (valli a capire). All’età di nove anni, mentre passeggiava leggiadra, venne stuprata da un gruppo di cinque uomini. Tura decise di studiare un po’ di arti marziali (aikido e karate) e, nel corso dei successivi quindici anni, girò per l’America in cerca dei suddetti cinque uomini che l’avevano violentata. Li trovò tutti e LI MASSACRÒ DI MAZZATE, non prima di aver spiegato loro chi fosse e perché stesse facendo loro quel che stava facendo loro (sì, come in quel film lì). Nel frattempo, entrò in una gang di donne motocicliste («We had leather motorcycle jackets, jeans and boots and we kicked butt»). A 13 anni si sposò, ma fuggì dal marito per andare a vivere a Los Angeles, dove tentò (fallendo) la carriera di cantante blues e dove intraprese (con successo) la carriera di modella di nudo.
Divenne poi una danzatrice nel Club Rendevouz di Calumet City (DAVVERO!), con il nome di Galatea, La Statua Che Prese Vita. In breve tempo la sua carriera decollò, tanto che Tura decise di fare il grande salto e diventare ballerina di burlesque. Esatto, proprio quel ballo che va tanto di moda tra le trentenni annoiate e in cerca di uomo da sposare, e che ha sostituito pilates, yoga, danza del ventre e i video didattici di Cindy Crawford nell’immaginario erotico-zitellario delle casalinghe disperate di tutto il mondo. Poi certo, Tura ballava il vero burlesque, non quello patinato di Christina Aguilera, la quale, comunque, buttala via. Tura divenne anche stripper, lavorando con altre star dell’epoca come Rose Le Rose e Tempest Storm. Rimase incinta, ma questo non le impedì di esibirsi fino all’ottavo mese di gravidanza.
A QUESTO PUNTO, ALL’ETÀ DI VENT’ANNI, cominciò a recitare per la tv e, successivamente per il cinema. Frequentò Elvis, che le chiese anche di sposarlo. Lei rifiutò, ma si tenne l’anello di fidanzamento. Cominciò a girare dei film. Fece cose.
Taglio fino al 1973, quando un ex amante le scarica addosso un caricatore. Nel senso che le spara, non nel senso che toglie il caricatore dalla pistola e glielo tira contro, eh. A quel punto va in ospedale a farsi medicare e scopre che le piace talmente tanto il posto che diventa un’infermiera tettona. Lo rimane per quattro anni, quando comincia a lavorare per la polizia di Los Angeles. Nel 1981 si rompe la schiena in un incidente d’auto. Da allora, un calvario di operazioni di vario genere e il progressivo scivolamento verso l’oblio, almeno fino a che la nascita di Internet, e quindi della possibilità di accesso illimitato a qualsiasi risorsa anche per il più sfigato dei fanboy di Rob Zombie che ha visto La casa del diavolo e si chiede da dove possa derivare un’idea così geniale, riporta il suo nome in auge nelle segrete stanze del culto sotterraneo degli anni Sessanta [...]
[tratto da Just Like Honey - il blog di Gabriele Ferrari]